Salvatore Vendemmia - Aversa, Gijorgina Kuli Lito - Tirana, Doina Anca Plesca - Bucarest, Maria Vendemmia - Napoli

DEFINIZIONE

Sono malattie virali molto simili, trasmesse da zanzare del genere "culex".
Condizioni climatiche favorevoli implementano la proliferazione delle zanzare, in questo caso la culex.
La diffusione della malattia è favorita dalla presenza di serbatoi naturali sul territorio: uccelli stanziali (pica pica, corvus corone cornix, garrulus glandarius,pipistrelli, ecc.).

INTRODUZIONE

Attualmente la sorveglianza epidemiologica e veterinaria, condotta in Italia nell'attuale stagione vettoriale, ha confermato la circolazione del virus West-Nile (WNV) e del virus USUTU sul territorio italiano.
Più colpite sono le seguenti regioni: Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Lombardia, Campania, Puglia, Sardegna.
Tali Arbovirus appartengono alla famiglia dei Flaviviridae, sono presenti particolarmente in Africa Asia Occidentale, Europa, America, Australia.
La trasmissione del virus all'uomo avviene, prevalentemente, con la puntura di una zanzara, la culex.
La malattia può essere trasmessa per altre vie: trapianti di organo, trasfusioni di sangue, dalla madre al feto durante la gravidanza.
Questa malattia non si trasmette con il contatto tra persona sana e persona infetta.
Il West Nile Virus può anche infettare altri mammiferi: equini, cani, gatti, conigli, ecc.
Il periodo di incubazione, dopo la puntura, varia da due a quattordici giorni o più.
In genere il paziente può essere asintomatico.
Il 20% dei casi sintomatici presenta febbre, nausea, cefalea, eruzioni cutanee, tumefazione dei linfonodi.
Tali sintomi durano al massimo 1-2 settimane e gradualmente regrediscono.
Nei bambini, invece, si riscontra febbre lieve o più elevata, cefalea, congiuntivite, dolori muscolari.
La sintomatologia grave è molto rara, colpisce generalmente una persona ogni 150/200 casi, e si manifesta con febbre elevata, forte mal di testa, tremori, debolezza muscolare, disorientamento, disturbi della vista, torpore e convulsioni, fino alla paralisi e coma.
Nei casi più gravi, uno su mille, il virus può provocare una grave encefalite.
Distinguiamo pertanto varie forme cliniche:
- infezione asintomatica (80% e più dei casi);
- infezione paucisintomatica (20% circa dei casi);
- infezione neuro-invasiva (< 1% dei casi, con il 10% di letalità).
In questa ultima forma possiamo passare da una sintomatologia paucisintomatica ad una sindrome neurologica acuta e progressiva, caratterizzata da encefalite, meningite, liquor limpido, poliradicoloneurite (tipo Guillain-Barré), paralisi flaccida acuta.

DIAGNOSI

La presentazione di casi con febbre di origine poco chiara, deve convalidare il sospetto clinico di una arbovirosi tipo WNV, ma deve anche farci riflettere e considerare, con attenzione,altre arbovirosi (dengue, chikungunya, zika virus usutu) ed altre malattie trasmesse da zanzare e da altri vettori (malaria, encefalite virale da zecche, malattia di Lyme, virus Toscana).
La diagnosi di febbre del Nilo viene confermata da un test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) praticati su siero o liquido cerebro-spinale, per ricercare anticorpi di tipo IgM. Tali anticorpi possono persistere e riscontrarsi anche per lunghi periodi, fino a più di un anno.
I prelievi effettuati 8 giorni dopo l'inizio della sintomatologia potrebbero risultare negativi; pertanto è conveniente ripetere il prelievo dopo qualche settimana, prima di escludere la malattia. 
La diagnosi può anche essere posta attraverso la PCR o la coltura virale di siero o liquido cerebro-spinale.

PREVENZIONE

Attualmente non esistendo alcun vaccino utile per la prevenzione, conviene ridurre l'esposizione alle punture delle zanzare.
A tale scopo è opportuno usare idonei repellenti, indossare pantaloni lunghi e camicie con maniche lunghe, quando ci si trova all'aperto, soprattutto al tramonto ed all'alba.
Le porte e le finestre devono essere dotate di zanzariere.
Evitare, inoltre, di tenere contenitori e sottovasi contenenti acqua stagnante.

Publishing

In ricordo del Prof. Alberto Podestà

Il giorno 17-12-2026 è prematuramente deceduto il Prof. Alberto Podestà,

Direttore del Dipartimento Materno Infantile e Primario della Unità Operativa Complessa di Pediatria degli Ospedali San Paolo e San Carlo Borromeo di Milano.

Alberto è stato un tenace protagonista della pediatria ospedaliera Italiana, una figura impareggiabile nell'organizzazione della Società Italiana di Pediatria Ospedaliera. Infatti ha collaborato attivamente alla crescita ed al successo della SIPO e della SIPO NEL MONDO, società che hanno contribuito ad estendere i nostri programmi e le nostre collaborazioni in Italia e nel mondo. Ha contribuito molto a consolidare, con una indicibile e profonda "humanitas" professionale, i rapporti familiari nelle adozioni e gli affidi. Infatti ha organizzato, a livello nazionale, importanti "Master su adozione e affidi".

Noi tutti, che lo abbiamo conosciuto, siamo profondamente commossi per la sua morte e lo ricordiamo con indicibile affetto e riconoscenza.

I Pediatri ITALIANI