Questo tipo di vaccino consiste di una nanoparticella lipidica che introduce un frammento di RNA virale, quello che codifica la proteina Spike che dovrebbe essere il principale antigene di SARS-CoV-2. A questo punto dovrebbero intervenire i macrofagi e le cosiddette APCs per fagocitare la particella lipidica introducendo l'RNA nel citoplasma dove i ribosomi dovrebbero processarlo e produrre la proteina Spike esponendola sulla membrana plasmatica. Dovrebbero quindi intervenire i linfociti T e indurre i meccanismi di formazione della memoria immunologica.
Tutto questo sarebbe abbastanza semplice e non dovrebbe dare problemi eccessivi. Ma ovviamente si tratta di un vaccino sperimentale e quindi esistono alcune incognite. La prima è quali cellule fagociteranno il liposoma: saranno soltanto i macrofagi e le APC (cioè le cellule deputate da milioni di anni a farlo) o questa strategia by-passerà i meccanismi naturali e introdurrà l'RNA anche in altre cellule? Ad esempio le cellule della glia e in particolare gli astrociti che sono in pratica macrofagi non assorbiranno l'RNA virale? E i gameti? Chi ci assicura che l'RNA non venga ad esempio assorbito dagli spermatozoi in via di formazione?
Poco probabile appare invece la retrotrascrizione dell'RNA virale dentro il DNA paventata da alcuni esperti e non (bisogna ammettere che almeno un articolo pre print dimostra che questa eventualità almeno in un alcuni casi si realizza). In estrema sintesi: i rischi immediati di reazioni allergiche gravi sembrano essere più legate all'involucro lipidico, ma non sono da sottovalutare, tanto che si chiede di vaccinare tutti in ospedale (cosa del resto resa pressoché necessaria anche dalla particolare e difficile gestione di un vaccino che ha bisogno di temperature molto basse: - 70° per quello della Pfizer) Per quanto concerne i rischi di lungo periodo veramente non possiamo dire nulla, ma questo vale per qualsiasi farmaco o vaccino sperimentale (come questo). Del resto, a mio parere, il vaccino di Oxford con vettore adenovirus di scimmia o quelli a base di SARS-CoV-2 attenuati sarebbero ancora più pericolosi.

Prof. Ernesto Burgio
Pediatra ed esperto in biologia molecolare ed epigenetica presso ECERI (European Cancer and Environment Research Institute – Bruxelles) e Gruppo COVID della SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale)

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