Nei neonati in terapia intensiva neonatale (TIN), il sequenziamento dell’intero genoma può rilevare in modo accurato gli eventi di trasmissione batterica. A evidenziarlo è una ricerca pubblicata su JAMA Network Open da Timmy Nguyen e colleghi del Medical Center-University di Friburgo, in Germania, secondo la quale, dunque, il rischio di trasmissione batterica in TIN può essere modificato.
I neonati ricoverati in TIN sono a rischio di contrarre microrganismi, anche con resistenza multifarmaco o elevato potenziale epidemico (MDRO+), che possono precedere infezioni invasive. I ricercatori tedeschi hanno mirato a valutare il potenziale del sequenziamento dell’intero genoma nell’individuazione di sospette catene di trasmissione di MDRO+ e identificare i fattori di rischio associati. Lo studio è stato condotto presso una TIN di livello III. In tutto, nella ricerca sono stati inclusi 434 neonati, che sono rimasti in reparto per 48 ore o più e hanno ricevuto uno o più screening tra febbraio 2019 e novembre 2020 (età gestazionale mediana, 34,6 settimane [IQR, 31,4-38,3 settimane]; 242 maschi [55,8%]; peso alla nascita mediano, 2.165 g [IQR, 1410-2965 g]).
Complessivamente, 225 pazienti (51,8% [95% CI, 47,1%-56,5%]) sono stati colonizzati con almeno un MDRO+. Delle 418 colonizzazioni uniche, 142 (34,0% [95% CI, 29,6%-38,6%]) sono state collegate alla trasmissione tramite sequenziamento dell’intero genoma. Sono stati identificati trentasette cluster di trasmissione unici, più frequentemente riguardanti Escherichia coli (n = 11). Quattro delle 10 infezioni del flusso sanguigno con MDRO+ (40,0%) sono state collegate a eventi di trasmissione. Un aumento del personale infermieristico a tempo pieno (odds ratio [OR], 0,28 [95% CI, 0,21-0,38]; p < 0,001) e l’uso precedente di antibiotici (OR, 0,41 [95% CI, 0,26-0,63]; p < 0,001) sono stati associati a un rischio di trasmissione ridotto, mentre l’uso di cateteri vascolari è stato associato a un aumento del rischio di trasmissione (OR, 1,65 [95% CI, 1,26-2,17]; p < 0,001).
JAMA Network Open (2025) – doi. 10.1001/jamanetworkopen.2025.41409
Fonte: POPULAR SCIENCE